Bestiario by Julio Cortàzar

autore:Julio Cortàzar
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
pubblicato: 2012-12-03T06:12:09+00:00

Madre Celeste ascoltò senza commenti la notizia, mise da parte il ferro e per tutto il giorno non si mosse dalla sua stanza, dove entravano uno a uno i fratelli per uscirne con facce lunghe e bicchierini di Esperidina. Mario andò allo stadio e la sera portò un mazzo di rose a Delia. I Mañara lo aspettavano nel salotto, lo abbracciarono e gli dissero cose, vollero stappare una bottiglia di porto e mangiare paste. Ora il trattamento era al contempo più intimo e più distaccato. Perdevano la semplicità degli amici per guardarsi con gli occhi del parente, di colui che sa tutto fin dalla prima infanzia. Mario baciò Delia, baciò mamma Mañara , e nell’abbracciare stretto il futuro suocero avrebbe voluto dirgli di avere fiducia in lui, nuovo sostegno del loro focolare, ma non gli venivano le parole. Era evidente che anche i Mañara avrebbero voluto dirgli qualcosa e non ne avevano il coraggio. Agitando i giornali tornarono in camera loro. E Mario rimase con Delia e il piano, con Delia e il richiamo d'amore.

Una o due volte, durante quelle settimane di fidanzamento, fu sul punto di dare appuntamento a papà Mañara fuori di casa per parlargli delle lettere anonime. Poi lo giudicò inutilmente crudele perché non si poteva fare niente contro quei miserabili che li perseguitavano. La peggiore arrivò un sabato a mezzogiorno in una busta azzurra; Mario rimase a guardare la fotografia di Héctor su «Ultima Hora» e i periodi sottolineati con inchiostro azzurro. «Solo una profonda disperazione ha potuto trascinarlo al suicidio, secondo le dichiarazioni dei familiari». Pensò che stranamente i familiari di Héctor non si erano mai fatti vedere dai Mañara . Forse nei primi giorni. Ricordava adesso il pesce rosso, i Mañara avevano detto che era un regalo della madre di Héctor.

Pesce rosso morto il giorno annunciato da Delia. Solo una profonda disperazione ha potuto trascinarlo. Bruciò la busta, il ritaglio, fece una lista dei sospetti e si ripromise di parlare francamente a Delia, di salvarla in se stesso dai fili di bava, dall'intollerabile diffondersi di quelle dicerie. Dopo cinque giorni (non aveva parlato né con Delia né con i Mañara ) arrivò la seconda lettera anonima. Sul biglietto celeste c'era prima una stellina (chissà perché) e poi: « Io al suo posto farei attenzione alio scalino del cancello». Dalla busta usci un leggero profumo di sapone alle mandorle. Mario pensò che forse quella dell'ultimo piano usava sapone alle mandorle, ebbe persino il turpe coraggio di frugare nel cassettone di Madre Celeste e di sua sorella. Bruciò anche questa lettera anonima, e neppure ne parlò con Delia. Era dicembre, con il caldo di quei dicembre degli anni venti, adesso andava dopo cena a casa di Delia e chiacchieravano passeggiando nel giardinetto dietro la casa o facendo un giro intorno all'isolato.

Con il caldo mangiavano meno pasticcini, non che Delia rinunciasse alle sue prove ma portava in salotto pochi campioni, preferiva conservarli in vecchie scatole, protetti da formine, con sopra una fine erbetta di carta verde chiaro. Mario la notò inquieta, come all'erta.

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